New
York, 10 settembre, 1955
©
Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery,
New York.
Visitando la mostra delle fotografie di Vivian Maier a Palazzo Ducale di Genova l'estate scorsa, mi ha colpito il suo status di artista inesistente in vita...
Qui sotto la breve recensione che ho scritto per "La Sicilia".
Vivian Maier, la fotografa ritrovata
è stata l'antesignana del selfie
E'
stata proprio l'antesignana del selfie
questa grande fotografa, Vivian Maier (1926-2009), che ha vissuto
nell'anonimato, facendo la bambinaia per tutta la vita? Le sue foto
sono ora apprezzate nel mondo, ma stavano chiuse in centinaia di
scatoloni andati all'asta nel 2007 con lo sgombero per morosità del
suo storage, scatoloni
pieni
di cianfrusaglie e pieni
di
stampe fotografiche, di rullini nemmeno sviluppati, oltre a libri
articoli ritagli sulla fotografia, che sono il lavoro di una vita e
che testimoniano una formazione da ostinata autodidatta. Da lì viene
la sua maestria, che è anche consapevolezza del mezzo che usa. Su
questo è necessario sapere di più, ricostruire la sua vita
intellettuale per non cadere nell'idealizzazione dell'artista ingenuo
e inconsapevole, o nella banalizzazione dell'artista eccentrico e
patologico.
Sembra
che per Vivian Maier catturare il flusso della gente in strada
significhi far parte della vita, estraniandosene solo quell'attimo
necessario per calcolare la composizione dell'immagine nello scatto
fotografico. E subito far di nuovo parte di quel flusso vitale che
non può che essere anonimo.
Che
per lei fotografare sia stata necessità esistenziale, bisogno
compulsivo, non fa che sollecitarci a capire meglio che cos'è
davvero il gesto artistico e come lo si possa e debba trovare nella
contemporaneità, perfino nel quotidiano. Dov'è l'artista da vivo,
dov'è la sua opera? In che modo il suo impulso creativo è
rilevante, come non condannarlo all'invisibilità?
Se
i selfie
sono l'affermazione di un presente infinito ed evanescente, gli
autoritratti mai esposti di Vivian Maier incidono l'immagine
dell'artista nella contemporaneità e fanno sì che la sua arte non
sia mai “passato”.
"La Sicilia"
11-9-2017