lunedì 21 marzo 2016

scrivOrtigia di primavera: #cometiscrivo


Alla festa di primavera di piazza dei Mergulensi, sempre nuovi amici incuriositi dall'idea e dal progetto.
Intanto anche da lontano arrivano dei contributi. Da Melbourne, Australia:

#‎scrivortigia‬
‪#‎cometiscrivo‬ ‪#‎melbourneortigia‬

I am writing to you. Hello you. Welcome to Autumn / Spring. Sun water, movement, what more is needed. Maybe a singing bird. Delightful. (Giuseppe)


I'm on the Yarra the day they bless the water. Yarra me, yarra you. Yarra river winding through. In Melbourne, I thought of you. (Silvana)

I remember your birthday tspring with fondness. We lay on the grass, lazy smiles on our faces as the warm sun beat down. In that moment I was happy, everything was in its place. Amid the chaos, I remember you. (Isabella)

Scrivo di me o di relazioni tra cose. Qualsiasi cosa che scrivo mi lascia e mi sento più leggera. (Marcella)

sabato 19 marzo 2016

Festa di primavera in Ortigia, 20 marzo 2016, ore 15

#scrivOrtigia  #cometiscrivo


Perché scrivOrtigia

La straordinaria bellezza e ricchezza di Ortigia, come luogo geografico e storico, è ormai nella coscienza di tutti, anche dei siracusani che ricordano questo loro centro storico abbandonato e degradato. Chi oggi ci vive e ci lavora lo sa meglio degli altri. Il recupero e il restauro sta portando alla luce la vecchia città, che diventa zona residenziale esclusiva.  

Questa piazza dei Mergulensi è significativa: da una parte vivaci e intelligenti iniziative commerciali attente al luogo e alla sua valorizzazione, dall’altra un grande edificio sede di educazione e di cultura, una scuola semivuota. Più sopra il nuovissimo e innovativo Arkimedeion: chiuso.

Questa giornata che sensibilizza tutti noi sull’importanza della scuola nel mondo, nelle zone meno privilegiate della nostra, ci fa pensare anche alla scuola e alle strutture culturali di casa nostra. E’ chiaro: noi abbiamo un problema, così come tante altre città. Il problema, scrive Domenico Trischitta in un articolo su Catania uscito ieri su una rivista, è che
"il sapere non può prescindere dal tessuto urbano, dalla variegata umanità che lo compone". Cioè la cultura la si vive in un luogo, facendola insieme alla gente: a partire dagli studenti delle scuole. Non può essere calata dall’alto. Può anche sporcarsi, imbastardirsi, l’importante è che sia viva.

Anche Vittorini lo scriveva: “Si tratta di non lasciare che la verità appaia morta. […] Piuttosto è da preferire, come tante volte accaduto, che noi si cada, per una generazione, nel più cieco errore, e che si scrivano orrori […]. Ma fermarsi no! La verità non rischia niente […]. Quello che non deve mai venir meno è il nostro sforzo di intrattenerla, comunque, tra noi uomini. E anche l’errore può essere questo sforzo”. Forse noi oggi abbiamo più difficoltà di quanto non ne avesse Vittorini a stabilire cosa sia la verità: ma in ogni caso possiamo essere d’accordo che sia quella cosa che è sempre condivisibile e aggregante.

Tutto questo mi serve per spiegare meglio scrivOrtigia: passeggiare a piedi o in bicicletta per Ortigia non vuol dire solo avere buone occasioni per trovare la cosiddetta ispirazione creativa, vuol dire che è importante leggere, pensare, scrivere qui, in questo luogo speciale, e comunicarlo, condividerlo. Per dare vita ad un tessuto culturale e creativo vivo e vero, sempre più ampio.

In pratica?

Nel formato di un sms, 140 caratteri, da un luogo speciale come Ortigia, noi abbiamo iniziato da qualche mese a lanciare nel web con l’ashtag #scrivortigia/ i nostri pensieri sul mondo e a prendere posizione su questioni importanti della nostra vita collettiva, con una micro-scrittura veloce, diffusa e social. Sul blog siciliacontemporanea.blogspot.it e sulla pagina fb sicilia contemporanea è possibile lasciare il proprio testo in qualunque momento.

Si tratta di scrittura in azione, gioco letterario che è anche una sfida, una presa di parola. Non necessariamente estemporanea o itinerante. Un pensiero, un'immagine, una micro-storia può scaturire fra le suggestioni del paesaggio di Ortigia, ed essere poi frutto di rielaborazione. In ogni caso è un punto di vista personale sul presente.

Vediamo in breve quali sono alcune caratteristiche.

Spontaneità. 
scrivOrtigia n
on è un corso o una lezione (anche se propone diversi spunti che si possono sviluppare in un corso vero e proprio), ma è una proposta che ognuno può valutare liberamente, fare propria o tralasciare. E’ assenza di gerarchia, possibilità di rinnovamento e sincerità – un aspetto che vivifica ogni volta gli appuntamenti.

Creatività.
scrivOrtigia è il grado zero della scrittura, nel senso che la scrittura è diretta e nuda, senza alcun apparato editoriale. Così la creatività può essere nulla (per esempio, la scelta di emoticon preconfezionate), oppure ci si pone di fronte alle parole e ci si addentra nel procedimento della scrittura.

Comunicazione.
scrivOrtigia ha origine dalla necessità di comunicare e di condividere. Cosa ben diversa dalla scrittura su una pagina (taccuino, diario, file ecc.) che resta ferma fino a quando non avviene la pubblicazione. Di solito la comunicazione è riferita alla quotidianità: gli stati (d’animo) della vita psicologica individuale. Ma facilmente dalla quotidianità nasce un messaggio da comunicare, legato ad uno stato psicologico-esistenziale di chi scrive. “Stamattina mi sento bene” aggrega la simpatia di chi condivide lo stesso stato d’animo, focalizza l’attenzione di chi non lo condivide ma interviene a sua volta; cade nel silenzio di chi o non partecipa allo stato d’animo o non lo ritiene rilevante. Scopo del messaggio è aggregare, creare interlocuzione, riempire un silenzio. Può originare interlocuzione o silenzio.

Autorialità.
scrivOrtigia lavora sull’autorialità così come i social media interagiscono tramite i profili degli utenti. La scrittura sui social ha il brand del profilo o del blog che la supporta. E’ l’attività della scrittura che esalta, sviluppa, dà vita (social) a quel profilo o blog. Infatti, se questi non producessero parole emoticon immagini, sarebbero silenti, anonimi, non visitati, e non esisterebbero.

Rapporto con la scrittura.
scrivOrtigia rende facile una tecnica, la scrittura, che è percepita e vissuta come difficile, a cominciare dai giovani a scuola. Dall’uso incontrollato o standardizzato, passiamo senza soluzione di continuità ad un uso articolato, cosciente, espressivo, e veicolo di contenuti.

Gli spunti per articolare i contenuti sono stati finora:

#Vittorini:ilibrisonosoglie.
#wetlands
#armonie
#‎angelifranoi
#LucyintheSky
#curailmondo
#paceoguerra

Gli appuntamenti di scrivOrtigia si rinnovano ormai da qualche mese e suscitano interesse fra le persone che, per caso o per destino, intrecciano i loro percorsi incontrandosi in piazza dei Mergulensi. Fra chi li propone e chi partecipa, si rinnova ogni volta la condivisione, la voglia di scrittura, in primo luogo, ma contemporaneamente la disponibilità a entrare con gli altri in un rapporto mediato dalla scrittura stessa.

Anche il tema di oggi serve per catalizzare l’azione della scrittura, nel modo più libero. Un invito a partecipare al progetto scrivOrtigia partendo da tre parole.

#scrivOrtigia  #cometiscrivo

come: l’atteggiamento, la disposizione, il sentimento che le parole veicolano, ma anche il medium della comunicazione (lettera, sms ecc.). (Osserviamo che gli epistolari erano di fatto forme letterarie, e i romanzi epistolari molto amati e avvincenti…).

ti: il “tu” a cui mi rivolgo, qualcuno che legge… Per estensione, il pubblico dei miei lettori…

scrivo: l’oggetto del mio pensiero, l’istanza comunicativa, il prodotto del fatto che io esisto.

giovedì 3 marzo 2016

scrivOrtigia: i libri non sono dimore, sono una soglia



foto da
www.beppesebaste.com


Sabato 5 marzo scrivOrtigia è andato alla ricerca del suo nume tutelare, Elio Vittorini.

Un giro di Ortigia in bicicletta, attraversare alcuni dei suoi luoghi di vita e di scrittura, arrivare sotto la sua casa natale, è stato un modo per avvicinare questo scrittore dimenticato. E scoprirlo nostro straordinario, attualissimo maestro.

Un maestro che, subito dopo l’orrore della seconda guerra mondiale, insegnava che la cultura “serve” a combattere la sofferenza: “Non più una cultura che consoli nelle sofferenze ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini”.
Perché scrivere, oggi e sempre? Dice Vittorini: “Si tratta di non lasciare che la verità appaia morta”.


#scrivOrtigia:Vittorini:ilibrisonosoglie.
 
If a book is a point of entry, you wonder where to? It could be a dream, instead we are breathing  - written words, spoken words, thought words go with the subtle movement of air that fills our being. Could the reality of a “word” transform our sleepful state, makes us awake – or is it a symbol for reality? Vittorini, I believe, knew the difference between sleep and wakefulness, and the word that moves them, a witness. A word without word: silence. 
 
Ortigia, isola di pietra e di mare, è la stessa soglia di case e di mondi. Mondi di respiri, di luci, di ombre e di suoni che ammaliano chi ne percorre le strette membra. Qui il nuovo sta solo nella natura che fagocita la storia, pezzo dopo pezzo. Ignari i suoi abitanti che, cullati dal sole e dal mare, non cercano cure ma canti di conforto.
(Marco Pizzo)