lunedì 31 ottobre 2016

Ancora su Vandana Shiva a Noto

Il mio intervento precedente, in cui stigmatizzo il fatto che spesso le modalità organizzative degli eventi culturali non sono adeguate, non è stato dettato tanto da manie efficientiste (organizzate meglio i convegni!), quanto dalla necessità di denunciare quello che succede tutte le volte che vengono organizzati eventi culturali. O meglio, si tratta di decodificare le intenzioni, spesso non espresse, implicite, che sono attive tutte le volte che le istituzioni pianificano la politica culturale

Viviamo tempi in cui, siccome "la cultura non si mangia", o la cultura viene semplicemente cancellata, abolita (anche dalle scuole impoverite nella routine; meglio andare in azienda!), oppure non si ha scrupolo di utilizzare qualsiasi forma culturale per altri fini (politici, di prestigio, di opportunismo, perché c'è lo sponsor).

Le idee e le pratiche di Vandana Shiva (che condivido) sono osteggiate dall'establishment. Fra le persone che hanno premiato a Noto Vandana Shiva era tangibile una forte riserva mentale sul suo radicalismo. Ma allora perché premiarla? Perché noi siamo democratici? Perché siamo persone colte che sanno come va il mondo? Perché dopo Alberto di Monaco a Noto non ci facciamo mancare un altro vip? La risposta vera è che ufficializzare il personaggio è un modo di metabolizzare il radicalismo delle sue idee, cancellare la differenza, unificare e controllare.

Ma queste pratiche di politica culturale hanno il fiato corto. Perché le idee chiare e innovative sono più forti e libere, non lasciano che il potere se ne appropri, e i giovani queste idee le hanno capite. E quando la vip ha spessore intellettuale e umano come Vandana Shiva, riesce persino, nonostante tutto, a lanciare una sfida: voi che mi premiate e avete il potere di farlo, leggete il mio libro e da domani cominciate a progettare in modo diverso, con i giovani, il futuro del vostro territorio.

venerdì 28 ottobre 2016

Vandana Shiva a Noto


Al tavolo di questo salone sedeva oggi Vandana Shiva per ricevere il riconoscimento di un'associazione ambientalista siciliana.
Bene.
Eppure, come la sua figura si perde nella foto, così le sue parole hanno rischiato di risuonare invano a causa di un'organizzazione che, come troppo spesso accade, si rivela stranamente distratta e goffa, e colpevolmente inadeguata.
Ma come, avete un personaggio dalla statura intellettuale e dal carisma di Vandana Shiva e lo affogate in due ore di discorsi introduttivi e, quando finalmente gli date la parola, la traduttrice è in grado di tradurre solo il 40% di quello che dice?
Quando dice, per esempio, che nel mondo un paio di potentissime corporates pianificano di controllare il nostro cibo e la nostra salute (Bayer-Monsanto, ChemChina-Syngenta, DowDupont), quando ricorda la strage di Bhopal in India, quando fa riferimento al referendum costituzionale in Italia e al pericolo della centralizzazione del potere, quando parla dei migranti di Calais e del Canale di Sicilia, e quelle parole non sono tradotte e quei nomi non sono pronunziati e non "passano", la colpa non è della povera traduttrice inadeguata, ma dell'organizzazione che aveva l'obbligo di dotarsi di un o una professionista competente in materia.

Questo gioco di banalizzazione però non ha funzionato. Perché, anche se sono passate solo il 40% delle sue parole, l'intensità e la forza delle idee di Vandana Shiva hanno fatto presa sui giovani che la conoscono e che leggono i suoi libri.
Al sindaco di Noto Vandana Shiva ha regalato in conclusione il suo libro, Terra Madre. Sopravvivere allo sviluppo, esortandolo a leggerlo e a cominciare a progettare insieme con i giovani il mondo migliore, che è possibile. 

sabato 8 ottobre 2016

Peggy Guggenheim, mecenate donna


La mostra biografica a Palazzo Ducale di Genova, Peggy Guggenheim. La valigia dell’arte a cura di Alberto Rizzerio e Danièle Sulewic, ha il vantaggio, rispetto alla quasi concomitante grande mostra fiorentina a Palazzo Strozzi, Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim, di osservare nel suo specifico la figura di Peggy Guggenheim, per cominciare forse ad interpretarla nel segno di una differenza.
Al di là della figura di donna che borghesemente e scandalosamente "visse d'arte e di amori", come l'ha definita Alessandra Mammì parlando della mostra fiorentina, emerge la figura di una donna, indubbiamente privilegiata, capace di fare scelte non scontate, scelte fortemente avversate dalla mentalità e dall'ideologia della sua famiglia e del ceto sociale a cui apparteneva, il grande capitalismo americano. A partire dalla decisione di lavorare. Lei ricca ereditiera ventenne fa l'impiegata in una libreria d'avanguardia di New York, con l'unico scopo di conoscere il mondo degli scrittori e degli artisti, le loro idee, la loro vita. E suscita il primo scandalo. Trasferitasi a Parigi, nella Parigi del 1920, dove sono in piena attività artisti come Man Ray e Marcel Duchamp, Peggy continua ad agire secondo una logica diversa rispetto a quella della sua classe sociale: entra a far parte del gruppo artistico e intellettuale di punta del suo tempo e usa la sua ricchezza per produrre arte, favorire gli artisti acquistandone le opere e persino stipendiandone alcuni (come farà ancora più tardi con Jackson Pollock). Negli anni del nazismo, lei ebrea sostiene l'arte degenerata. Djuna Barnes, Samuel Beckett, Constantin Brancusi, Jean Cocteau, André Breton, James Joyce, questi e tanti altri i suoi amici e consiglieri. La Guggenheim Jeune a Londra nel 1938, la The Art of This Century Gallery a New York nel 1942, il Padiglione greco alla Biennale di Venezia nel 1948, le maggiori tappe del suo percorso di collezionista e gallerista.
Nel 1949 da Luisa Casati (nobildonna che anch'essa legò la sua vita all'arte, pur se in modo autodistruttivo) acquista Ca' Venier dei Leoni a Venezia. Il settecentesco palazzo, non finito e fatto del solo piano terra, affacciato sul Canal Grande e con un ampio giardino, diventa la sua casa e, a partire dal 1951, la sua collezione comincia ad essere aperta annualmente al pubblico durante i mesi estivi.
"Generosità" hanno definito i curatori della mostra di Palazzo Ducale quella di Peggy Guggenheim. Ma forse siamo di fronte a qualcosa di più, qualcosa di meno moralistico. Dare vita, questo atto tipicamente femminile, avviene con la Guggenheim secondo una logica non patriarcale, usando la ricchezza in modo "improduttivo", cioè senza curarsi del profitto calcolato, che è l'essenza del capitalismo.
Il mecenatismo classico produceva prestigio sociale, quello di Peggy sembra produrre prima di tutto il benessere della mecenate. Ma questo squisito e lussuoso disinteresse economico ha creato vita culturale. Ha messo in rapporto Parigi, Londra, New York, Venezia; ha lasciato una casa-museo che è la più significativa collezione privata di arte del modernismo. Nasceva da un'intenzione al servizio dell'arte ed ha prodotto una nuova visione delle cose che appartiene a tutta l'umanità.


Lorenzo Perrona
"La Sicilia", 12-9-2016


PEGGY GUGGENHEIM, LA VALIGIA DELL'ARTE
UN RACCONTO PER IMMAGINI
a cura di Alberto Rizzerio e Danièle Sulewic
organizzata dal Centro culturale Primo Levi 
e da Genova Palazzo Ducale – Fondazione per la cultura
con il contributo della Regione Liguria


7 luglio – 18 settembre 2016
Loggia degli Abati – Palazzo Ducale, Genova

Foto. Peggy Guggenheim sulla terrazza di Ca' Venier dei Leoni, Venezia, primi anni Cinquanta @ Fondazione Solomon R. Guggenheim, foto archivio CameraphotoEpoche, donazione Cassa di Risparmio di Venezia, 2005

domenica 18 settembre 2016

L'altro sé. Opposizioni letterarie dal Sud


Segnalo l'anticipazione del mio libro in preparazione da Algra Editore, Catania.
E colgo l'occasione per ringraziare
Andrea Morucchio che ha gentilmente concesso la sua fotografia come immagine di copertina.


martedì 30 agosto 2016

Accademia di scrittura

Ragazzi e adulti nella zona di Noto e Pachino.

Sono aperte le iscrizioni.


Cos'è

un luogo speciale, in campagna (come quella di Platone)
dove ritrovarsi per praticare la scrittura (e la lettura)
e, così, approfondire questioni legate alle arti, alla musica, alle scienze

A che scopo

per padroneggiare la scrittura
farla diventare una piacevole abitudine
tramite la quale esprimere noi stessi e capire il mondo

Con chi

insieme a giovani e giovanissimi e ad adulti e professionisti

In che modo

con incontri-laboratorio guidati da Lorenzo Perrona, insegnante e critico letterario
su argomenti che hanno a che fare con la scrittura, scelti sulla base degli interessi dei partecipanti

A chi è rivolta

ai giovani che faranno della scrittura un punto forte del loro successo scolastico e universitario
agli adulti che troveranno il senso del proprio progetto di scrittura

Dove


contrada Vaddeddi, nei pressi della Villa romana del Tellaro, a pochi minuti da Noto e da Pachino
(viene offerto il trasporto in loco da Noto o da Pachino)

Quando

tutti i mercoledì, ore 16-18

Altre informazioni

gli incontri sono settimanali e si svolgono a gruppi di 6/7 persone
saranno introdotti da un tè
i partecipanti porteranno, oltre al necessario per scrivere, un testo da loro letto con piacere

potranno essere organizzati itinerari letterari ed esperienze innovative (ScrivOrtigia)
alcuni testi prodotti potranno essere pubblicati su blog
saranno organizzate master class con scrittori e giornalisti

Iscrizioni

10 € ad incontro
100 € a trimestre (12 incontri)

Contatto

Lorenzo Perrona
lorenzoperrona@gmail.com
3477343937 (Viber, WhatsApp)

domenica 1 maggio 2016

scrivOrtigia: #worldsapart



Sabato 7 maggio scrivOrtigia si svolge in contemporanea a Pachino e a Melbourne.

#worldsapart

tutto un altro mondo, il mito e la leggenda, qui da noi e agli antipodi.

Pachino (SR), Italia: grotta di Calafarina, ore 16

Melbourne, Australia: Library at the Docks, 2 pm

La grotta di Calafarina, l'importante sito archeologico studiato da Paolo Orsi - che vi rinvenne reperti della civiltà castellucciana (età del bronzo) - è il luogo a pochi passi da una delle spiagge di Pachino che raggiungeremo con scrivOrtigia.

Un luogo mitico, con una sua leggenda tramandata dalla tradizione popolare in numerose varianti. Faremo un laboratorio estemporaneo di scrittura, chiedendoci che cosa rappresentino per noi oggi
leggenda e mito, di quali nostri desideri siano essi portatori, e parteciperemo così a questa tradizione di variazioni sul tema della leggenda.

Riceveremo via web o sms gli scritti del gruppo di Melbourne, e risponderemo con i nostri.

____________

Che cos'è scrivOrtigia?

lunedì 25 aprile 2016

Recensione a Sabbie mobili

Sabbie mobili, Catania come universo esistenziale

RECENSIONI
La vita travagliata dell'attrice Daniela Rocca e la memoria dei sogni coltivati nella propria città prima che il successo del cinema la portasse alla rovina, al centro della pièce tratta dal testo di Domenico Trischitta, con Guia Jelo nei panni della Rocca, in scena al Musco di Catania per la stagione dello Stabile


di Lorenzo Perrona

Che una prima teatrale sia vissuta come un evento di rilevanza cittadina è un buon segno, essendo da sempre il teatro un’esperienza collettiva che racconta l’identità di gruppo e i valori condivisi. E il pubblico catanese Daniela Rocca la ricorda. Ed apprezza che Sabbie mobili di Domenico Trischitta, produzione del Teatro Stabile di Catania in scena in questi giorni al teatro Musco, racconti le ragioni profonde di questa storia, triste e disturbante, lonirici dalla laconicità del ricordo e dalla cronaca del passato. Ma il testo di Domenico Trischitta è anche tanto di più, perché lo scrittore ha trovato in Daniela Rocca, e in Guia Jelo (l’attrice che aveva in mente scrivendo la piéce) una figura e un’interprete congeniali ai suoi temi più cari: Catania come universo esistenziale, e il successo come fragile destino che crolla una volta raggiunto l’apice – e i due temi sono intimamente legati nella figura della Rocca.
La regia di Massimiliano Perrotta coglie in pieno le intenzioni del testo ed offre uno spettacolo elegante e stringato, che gioca con scene di taglio cinematografico, sovrapposizioni temporali, slittamenti onirici (per cui sono fondamentali le luci di Franco Buzzanca).
Momenti di intensa poesia scenica sono gli sdoppiamenti del personaggio protagonista, la giovane, fresca e vitale (Roberta Andronico), interagito contemporaneamente dalla straordinaria presenza scenica di Guia Jelo che costruisce il personaggio maturo, sconfitto e ossessionato al tempo della malattia e del crollo, quasi un Re Lear femminile. Perché la messa a fuoco del femminile è un altro aspetto importante di Sabbie mobili. La ragazza catanese, la “maggiorata” che va a Roma a fare il cinema e viene stritolata dalla macchina che produce sogni di successo. La catanese condannata ad imbruttirsi e rappresentare il grottesco che voleva Germi. Ora possiamo dire (suggerisce Trischitta) che l’amore di Germi per Daniela fu distruttivo. Un Germi antagonista maschile (interpretato da un vigoroso Fulvio D’Angelo) che,distruggendo, si auto-distrugge.
Da sottolineare anche il personaggio dell’amica di Daniela (da giovane Lorenza Denaro) che non la abbandona nella sventura (Raniela Ragonese), e istituisce un significativo parallelo: la malattia di Daniela Rocca è la malattia di una città ferita al cuore, Catania. Nella grande scena finale, Guia Jelo interpreta magistralmente la protagonista ormai sola, chiusa nella sua stanza, inventando, attraverso la follia del personaggio, una potente metafora teatrale, l’attrice che offre, quasi in sacrificio, il proprio corpo al pubblico.
Completano lo spettacolo la scenografia di Giovanna Giorgianni, i costumi di Rosy Bellomia, le musiche di Matteo Musumeci.
Lo spettacolo era programmato al Musco di Catania fino al 21 aprile ma è stato sospeso dopo la seconda replica a causa dello sciopero dei dipendenti del Teatro Stabile di Catania.
SicilyMag. Pubblicato il 16 aprile 2016. Aggiornato il 20 aprile 2016
http://www.sicilymag.it/sabbie-mobili-catania-come-universo-esistenziale.htm

lunedì 21 marzo 2016

scrivOrtigia di primavera: #cometiscrivo


Alla festa di primavera di piazza dei Mergulensi, sempre nuovi amici incuriositi dall'idea e dal progetto.
Intanto anche da lontano arrivano dei contributi. Da Melbourne, Australia:

#‎scrivortigia‬
‪#‎cometiscrivo‬ ‪#‎melbourneortigia‬

I am writing to you. Hello you. Welcome to Autumn / Spring. Sun water, movement, what more is needed. Maybe a singing bird. Delightful. (Giuseppe)


I'm on the Yarra the day they bless the water. Yarra me, yarra you. Yarra river winding through. In Melbourne, I thought of you. (Silvana)

I remember your birthday tspring with fondness. We lay on the grass, lazy smiles on our faces as the warm sun beat down. In that moment I was happy, everything was in its place. Amid the chaos, I remember you. (Isabella)

Scrivo di me o di relazioni tra cose. Qualsiasi cosa che scrivo mi lascia e mi sento più leggera. (Marcella)

sabato 19 marzo 2016

Festa di primavera in Ortigia, 20 marzo 2016, ore 15

#scrivOrtigia  #cometiscrivo


Perché scrivOrtigia

La straordinaria bellezza e ricchezza di Ortigia, come luogo geografico e storico, è ormai nella coscienza di tutti, anche dei siracusani che ricordano questo loro centro storico abbandonato e degradato. Chi oggi ci vive e ci lavora lo sa meglio degli altri. Il recupero e il restauro sta portando alla luce la vecchia città, che diventa zona residenziale esclusiva.  

Questa piazza dei Mergulensi è significativa: da una parte vivaci e intelligenti iniziative commerciali attente al luogo e alla sua valorizzazione, dall’altra un grande edificio sede di educazione e di cultura, una scuola semivuota. Più sopra il nuovissimo e innovativo Arkimedeion: chiuso.

Questa giornata che sensibilizza tutti noi sull’importanza della scuola nel mondo, nelle zone meno privilegiate della nostra, ci fa pensare anche alla scuola e alle strutture culturali di casa nostra. E’ chiaro: noi abbiamo un problema, così come tante altre città. Il problema, scrive Domenico Trischitta in un articolo su Catania uscito ieri su una rivista, è che
"il sapere non può prescindere dal tessuto urbano, dalla variegata umanità che lo compone". Cioè la cultura la si vive in un luogo, facendola insieme alla gente: a partire dagli studenti delle scuole. Non può essere calata dall’alto. Può anche sporcarsi, imbastardirsi, l’importante è che sia viva.

Anche Vittorini lo scriveva: “Si tratta di non lasciare che la verità appaia morta. […] Piuttosto è da preferire, come tante volte accaduto, che noi si cada, per una generazione, nel più cieco errore, e che si scrivano orrori […]. Ma fermarsi no! La verità non rischia niente […]. Quello che non deve mai venir meno è il nostro sforzo di intrattenerla, comunque, tra noi uomini. E anche l’errore può essere questo sforzo”. Forse noi oggi abbiamo più difficoltà di quanto non ne avesse Vittorini a stabilire cosa sia la verità: ma in ogni caso possiamo essere d’accordo che sia quella cosa che è sempre condivisibile e aggregante.

Tutto questo mi serve per spiegare meglio scrivOrtigia: passeggiare a piedi o in bicicletta per Ortigia non vuol dire solo avere buone occasioni per trovare la cosiddetta ispirazione creativa, vuol dire che è importante leggere, pensare, scrivere qui, in questo luogo speciale, e comunicarlo, condividerlo. Per dare vita ad un tessuto culturale e creativo vivo e vero, sempre più ampio.

In pratica?

Nel formato di un sms, 140 caratteri, da un luogo speciale come Ortigia, noi abbiamo iniziato da qualche mese a lanciare nel web con l’ashtag #scrivortigia/ i nostri pensieri sul mondo e a prendere posizione su questioni importanti della nostra vita collettiva, con una micro-scrittura veloce, diffusa e social. Sul blog siciliacontemporanea.blogspot.it e sulla pagina fb sicilia contemporanea è possibile lasciare il proprio testo in qualunque momento.

Si tratta di scrittura in azione, gioco letterario che è anche una sfida, una presa di parola. Non necessariamente estemporanea o itinerante. Un pensiero, un'immagine, una micro-storia può scaturire fra le suggestioni del paesaggio di Ortigia, ed essere poi frutto di rielaborazione. In ogni caso è un punto di vista personale sul presente.

Vediamo in breve quali sono alcune caratteristiche.

Spontaneità. 
scrivOrtigia n
on è un corso o una lezione (anche se propone diversi spunti che si possono sviluppare in un corso vero e proprio), ma è una proposta che ognuno può valutare liberamente, fare propria o tralasciare. E’ assenza di gerarchia, possibilità di rinnovamento e sincerità – un aspetto che vivifica ogni volta gli appuntamenti.

Creatività.
scrivOrtigia è il grado zero della scrittura, nel senso che la scrittura è diretta e nuda, senza alcun apparato editoriale. Così la creatività può essere nulla (per esempio, la scelta di emoticon preconfezionate), oppure ci si pone di fronte alle parole e ci si addentra nel procedimento della scrittura.

Comunicazione.
scrivOrtigia ha origine dalla necessità di comunicare e di condividere. Cosa ben diversa dalla scrittura su una pagina (taccuino, diario, file ecc.) che resta ferma fino a quando non avviene la pubblicazione. Di solito la comunicazione è riferita alla quotidianità: gli stati (d’animo) della vita psicologica individuale. Ma facilmente dalla quotidianità nasce un messaggio da comunicare, legato ad uno stato psicologico-esistenziale di chi scrive. “Stamattina mi sento bene” aggrega la simpatia di chi condivide lo stesso stato d’animo, focalizza l’attenzione di chi non lo condivide ma interviene a sua volta; cade nel silenzio di chi o non partecipa allo stato d’animo o non lo ritiene rilevante. Scopo del messaggio è aggregare, creare interlocuzione, riempire un silenzio. Può originare interlocuzione o silenzio.

Autorialità.
scrivOrtigia lavora sull’autorialità così come i social media interagiscono tramite i profili degli utenti. La scrittura sui social ha il brand del profilo o del blog che la supporta. E’ l’attività della scrittura che esalta, sviluppa, dà vita (social) a quel profilo o blog. Infatti, se questi non producessero parole emoticon immagini, sarebbero silenti, anonimi, non visitati, e non esisterebbero.

Rapporto con la scrittura.
scrivOrtigia rende facile una tecnica, la scrittura, che è percepita e vissuta come difficile, a cominciare dai giovani a scuola. Dall’uso incontrollato o standardizzato, passiamo senza soluzione di continuità ad un uso articolato, cosciente, espressivo, e veicolo di contenuti.

Gli spunti per articolare i contenuti sono stati finora:

#Vittorini:ilibrisonosoglie.
#wetlands
#armonie
#‎angelifranoi
#LucyintheSky
#curailmondo
#paceoguerra

Gli appuntamenti di scrivOrtigia si rinnovano ormai da qualche mese e suscitano interesse fra le persone che, per caso o per destino, intrecciano i loro percorsi incontrandosi in piazza dei Mergulensi. Fra chi li propone e chi partecipa, si rinnova ogni volta la condivisione, la voglia di scrittura, in primo luogo, ma contemporaneamente la disponibilità a entrare con gli altri in un rapporto mediato dalla scrittura stessa.

Anche il tema di oggi serve per catalizzare l’azione della scrittura, nel modo più libero. Un invito a partecipare al progetto scrivOrtigia partendo da tre parole.

#scrivOrtigia  #cometiscrivo

come: l’atteggiamento, la disposizione, il sentimento che le parole veicolano, ma anche il medium della comunicazione (lettera, sms ecc.). (Osserviamo che gli epistolari erano di fatto forme letterarie, e i romanzi epistolari molto amati e avvincenti…).

ti: il “tu” a cui mi rivolgo, qualcuno che legge… Per estensione, il pubblico dei miei lettori…

scrivo: l’oggetto del mio pensiero, l’istanza comunicativa, il prodotto del fatto che io esisto.

giovedì 3 marzo 2016

scrivOrtigia: i libri non sono dimore, sono una soglia



foto da
www.beppesebaste.com


Sabato 5 marzo scrivOrtigia è andato alla ricerca del suo nume tutelare, Elio Vittorini.

Un giro di Ortigia in bicicletta, attraversare alcuni dei suoi luoghi di vita e di scrittura, arrivare sotto la sua casa natale, è stato un modo per avvicinare questo scrittore dimenticato. E scoprirlo nostro straordinario, attualissimo maestro.

Un maestro che, subito dopo l’orrore della seconda guerra mondiale, insegnava che la cultura “serve” a combattere la sofferenza: “Non più una cultura che consoli nelle sofferenze ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini”.
Perché scrivere, oggi e sempre? Dice Vittorini: “Si tratta di non lasciare che la verità appaia morta”.


#scrivOrtigia:Vittorini:ilibrisonosoglie.
 
If a book is a point of entry, you wonder where to? It could be a dream, instead we are breathing  - written words, spoken words, thought words go with the subtle movement of air that fills our being. Could the reality of a “word” transform our sleepful state, makes us awake – or is it a symbol for reality? Vittorini, I believe, knew the difference between sleep and wakefulness, and the word that moves them, a witness. A word without word: silence. 
 
Ortigia, isola di pietra e di mare, è la stessa soglia di case e di mondi. Mondi di respiri, di luci, di ombre e di suoni che ammaliano chi ne percorre le strette membra. Qui il nuovo sta solo nella natura che fagocita la storia, pezzo dopo pezzo. Ignari i suoi abitanti che, cullati dal sole e dal mare, non cercano cure ma canti di conforto.
(Marco Pizzo)

sabato 20 febbraio 2016

ScrivOrtigia alla fonte del Ciane




Sabato 13 febbraio abbiamo raggiunto in bicicletta, da piazza dei Mergulensi in Ortigia con MovimentoCentrale, il sentiero che costeggia il Ciane e lo straordinario ambiente umido dove crescono lussureggianti papiri.

Abbiamo messo in pratica l'idea di scrivOrtigia che è quella di percorrere il territorio e trovarvi luoghi e occasioni di scrittura.

Presso la fonte Ciane abbiamo letto con il gruppo di ciclisti la pagina dedicata da Ovidio alla trasformazione in acqua delle ninfa Ciane (Metamorfosi, V, 409-437), interpretandola come resistenza alla violenza, e abbiamo riflettuto sull'importanza delle terre umide (in occasione del World Wetlands Day).

Il prossimo scrivOrtigia vedrà un altro giro in bicicletta e percorrerà i luoghi di Ortigia e di Elio Vittorini.
 
 

mercoledì 10 febbraio 2016

ScrivOrtigia in bici alla foce del Ciane per celebrare il World Wetlands Day



Il prossimo incontro di scrivOrtigia si svolgerà sabato 13 febbraio e sarà molto ricco di cose da fare.

Da piazza dei Mergulensi, con MovimentoCentrale raggiungeremo la foce del Ciane in bicicletta, alla ricerca di immagini e di parole.

I più giovani potranno partecipare con le loro foto al concorso indetto in occasione della giornata mondiale delle zone umide (
World Wetlands Day photo contest). Tutti avremo l'occasione di diffondere, tramite i nostri social media, pensieri e parole evocati da un ambiente naturale ricco e importante per la biodiversità e la sostenibilità.

E scopriremo la storia (raccontata anche da Ovidio nelle Metamorfosi) della ninfa Ciane, che viveva lì, vicino all'antica Siracusa, e che, assistendo alla violenza del dio degli inferi, Ade/Plutone, per il dolore si liquefa, diventa acqua. E lì, in questo luogo millenario, vedremo che questa storia ci parla ancora oggi di violenza, di femminile, di compassione.

Appuntamento in piazza dei Mergulensi, da Irma la Dolce e da MovimentoCentrale.

I contributi letterari di tutti sono benvenuti via sms (3477343937) o sulla pagina fb Sicilia Contemporanea.


ScrivOrtigia: i post del 31 gennaio, #wetlands

#wetlands
"Fecondo amplesso di terra ed acqua, riposo dell'incessante fluire, libero approdo di stanchi viaggiatori, teatro di volatili danzanti". (Quelli della casa sul fiume)

#wetlands
Putrescenza, decomposizione, malodore: orrore degli igienisti, metamorfosi degli alchimisti". (Lorenzo)

#wetlands
"Ci proteggete, ci date energia, momenti magnifici, rifugio. Ci accogliete sempre". (Marcella)

#wetlands
"Inviting a bird to lunch on a sunny Sunday afternoon and listening to its flight of fancy over skies, landscapes, lagoons and marshes, where they rest". (Silvana)

#wetlands
Ed è lì, in quel luogo, che esploro la parte più profonda di me... Mentre gli elementi che lo compongono suonano una dolce melodia". (Eleonora)

sabato 30 gennaio 2016

ScrivOrtigia: domenica 31 gennaio, #wetlands



La giornata mondiale delle zone umide (world-wetlands-day, 2 febbraio) è l'occasione per osservare il territorio con occhi diversi.

E anche per considerare le parole nei loro significati mutevoli.
Le parole "palude", "acquitrino", "stagno", che hanno connotazioni negative, diventano importanti luoghi di biodiversità e di sostenibilità, da scoprire nelle loro caratteristiche impensate.

Domani 31 gennaio, il tema di ScrivOrtigia è #wetlands, terre lontane o vicine a noi, come la foce del Ciane o i pantani di Vendicari.

In piazza dei Mergulensi, da Irma la Dolce e da Movimento Centrale. Ma chi volesse contribuire da casa può farlo via sms (3477343937) o sulla pagina fb Sicilia Contemporanea.

sabato 16 gennaio 2016

ScrivOrtigia: domenica 17 gennaio, #armonie



Anche per domani lanciamo l'appuntamento di ScrivOrtigia in piazza dei Mergulensi, da Irma la Dolce e da Movimento Centrale. Ma chi volesse contribuire da casa può farlo via sms (3477343937) o sulla pagina fb Sicilia Contemporanea.

Lasciamoci ispirare da #Armonie.

ScrivOrtigia: i post del 3 gennaio, #LucyintheSky


#LucyintheSky
"Estasi, dice il vocabolario, è raggiungere il fuori se stessi. Lucia ha 17 anni, vive a Siracusa. Il pensiero della sua Santa la conduce in spazi insoliti, solo suoi, incomprensibili. Nell'intimità della sua stanza. Ma anche all'aperto, in mezzo a tanta gente, nel fervore di un giorno speciale, al seguito di una statua di legno, gentile e colorata, per le strade di Ortigia." (Lorenzo)

#LucyintheSky
"Luce dei miei occhi qui ora" (Chiara)

#LucyintheSky
"La sua forza e la sua energia accompagnano anche oggi chiunque la porti nel cuore..." (Eleonora)

#LucyintheSky
"Cerco Lucy nel cielo. Sento la sua canzone cantata dai Beatles. Poi uno squillo del telefono. Una voce che brilla come un diamante chiede: Dove sei?" (Silvana)