domenica 28 dicembre 2014

Progetto Ortigia - 3. domenica 4 gennaio 2015, ore 10, piazza Duomo


Luoghi


Sulla facciata della chiesa di Santa Lucia alla Badia, in piazza del Duomo a Ortigia - il luogo che oggi ospita la grande pala del Seppellimento del corpo di Santa Lucia di Caravaggio - salta all'occhio una balconata che la attraversa tutta, una lunga balconata racchiusa in una grata di ferro. L'insolito dispositivo è il segno evidente che l'edificio faceva parte di un monastero, e il suo scopo pratico era permettere alle monache di partecipare alle funzioni collettive che la città celebrava nella grande piazza, senza venir meno all'obbligo della clausura.

Questa funzionalità pratica è ovvia e, nello stesso tempo, sorprendente. Costruire una lunga balconata, fornirla di inferriata in tutta la sua lunghezza, e questo per dare agio alla clausura delle monache! Nell'epoca del passato a cui dobbiamo fare riferimento era una cosa normale, sensata. Oggi, una stranezza quasi incomprensibile. O forse no, anche allora quel dispositivo era qualcosa di assolutamente speciale, un detonatore di significati, un'arguzia barocca, un entimema urbano, una maraviglia, un concetto partorito dalla Mente, et dall'Ingegno: le persone su quel balcone si celavano mostrandosi, si esibivano occultandosi. Nello stesso tempo c'erano e non c'erano. Incarnavano un'agnizione continuata, un'epifania al massimo grado.

Siamo nel vecchio complesso conventuale di Montevergini. La via omonima conduce sulla destra (di fronte il muro dei giardini del vescovo) a due locali che si affacciano sulla strada. Il primo di forma circolare o ottagonale, elegante e prestigioso, abbellito con decorazioni architettoniche. Il secondo modesto e squadrato. Entrambi hanno finestre con grate di ferro che danno all'interno degli edifici: erano il parlatorio della clausura.

Questi luoghi, così incomprensibili, così complessi e ricchi, segno di limite, di confine, di dimensione altra, rete attraverso cui passavano parole e idee e desideri, chiamano storie. (continua)...
 
 
Appuntamento per domenica prossima, 4 gennaio 2015, sempre in piazza Duomo alle ore 10, per proseguire il progetto e farci gli auguri per un 2015 sereno e fecondo.

sabato 20 dicembre 2014

Progetto Ortigia - 2. domenica 28 dicembre, ore 10

Si sta configurando nella "palestra di scrittura" il Progetto Ortigia, con un secondo appuntamento (vedi il post di lunedì 1 dicembre) per domenica 28 dicembre alle ore 10 in piazza Duomo.

- Percorrere Ortigia per cogliere occasioni di scrittura - storie immagini riflessioni.
- Sviluppare liberamente il tema della discrasia temporale, lo shock, lo scarto che avviene in noi quando pensiamo al passato dall'interno del nostro contemporaneo.
- Riunirsi al Biblios Café per l'aperitivo e, volendo, per confrontarsi o per fissare su carta o pen-drive qualche spunto o appunto.
- Produrre il testo scritto per il prossimo incontro.

Il Progetto Ortigia non è un corso, ma un'esperienza a cui sono invitati a partecipare tutti coloro che hanno interesse e passione per la scrittura, e che la praticano o desiderano praticarla sia privatamente che professionalmente.

Se si creerà un gruppo, i testi prodotti saranno vagliati e pubblicati su questo e altri blog.

Se il progetto risulterà arricchito dalla partecipazione e da contributi significativi, avremo scritto un libro a più mani su Ortigia contemporanea.

mercoledì 3 dicembre 2014

Recensione: Glam City di Domenico Trischitta

Nel suo nuovo romanzo Glam City (Avagliano, 2014), DomenicoTrischitta lega insieme temi diversi, che si illuminano uno con l'altro. Il primo è certamente Catania città magmatica e maledetta (e ne vedremo i motivi). Il secondo è la sessualità come dimensione corporea della libertà (un tema a ben vedere profondamente brancatiano).
L'idea originalissima di Trischitta è ripensare agli anni '70, creare il personaggio di un ragazzo gay con un talento artistico di cantante e performer, e farlo agire in un ambiente che non lo favorisce, anzi gli si rivela ostile, mentre contemporaneamente nella swinging London proprio i nuovi movimenti creativi e artistici avevano modo di svilupparsi.
Ecco quindi il parallelo con Mark Bolan e il glam rock, un mondo dove le cose belle, nuove, alternative succedono e sono vere; nella Catania maledetta le stesse cose muoiono e sono finte. Gerry è fratello spirituale di Bolan, ma in Italia Renato Zero diluirà la sua carica innovativa in un sentimentalismo malinconico.
Invece, di Marc Bolan è importante andarsi a vedere le clip su youtube: per capire che cos'era il suo estro creativo e la sua arte di performer. Perché questo sta alla base dell'intuizione di Trischitta: l'idea di una città musicale e pop – idea già presente in Una raggiante Catania. Bolan fu un artista che seppe esprimere con nitidezza una carica vitale, sessuale, colorata, sfolgorante. Le stesse cose che un catanese di genio come Gerry Garozzo sente di poter esprimere, perché consuonano con il suo sentire isolano fatto di pathos, di colori, di eccesso. Ma Gerry è destinato alla sconfitta più desolante: perché invece di fare glam rock finisce per essere incastrato nelle Mina-Vanoni-Pravo dell'immaginario gay; perché a Catania a essere eccentrici si era insultati per strada; perché a Catania durante il fascismo gli omosessuali venivano mandati al confino; perché a Catania il sesso aveva il suo ghetto degradato in via delle Finanze, e questo solo sarebbe stato lo spazio destinato a Gerry. E poi perché a Catania si moriva per strada. Perché a Catania il potere era criminale...
Ma Trischitta ci dice anche un'altra cosa: la Glam City che è stata Catania poteva essere terra di felicità e creatività. Gerry Garozzo vuole persino fare la “rivoluzione”, e la assapora negli anni del glam: la libertà di attraversare in tacchi alti, vestiti appariscenti e trucco androgino le strade “bene” di Catania; la libertà di cantare e di rappresentare la propria sessualità diversa; la libertà di amare. Rivoluzione era uscire dal ghetto e poter esprimere “nella società civile” la propria diversità.
E allora viene in mente un altro “rivoluzionario” che aleggia in questi giorni nelle sale cinematografiche, quel giovane favoloso di Mario Martone che anela a una rivoluzione del sentire, una rivoluzione del pensiero, uno spazio per il pensiero non conforme.
Dovremmo dunque concludere che in Italia gli esiti delle rivoluzioni sono solo sconfitte e impossibilità? Non è proprio così. Proprio il “cuore infartuato” che è San Berillo per Catania, questo luogo totale di sradicamento, di spossessamento, sta a significare che solo nella marginalità persiste il senso delle cose. E a recuperare il senso delle cose serve che la letteratura racconti e faccia capire questa marginalità, queste storie diverse, per rompere il silenzio o (che è lo stesso) il frastuono del conformismo.
Lorenzo Perrona

lunedì 1 dicembre 2014

Progetto Ortigia - 1

Percorrere Ortigia, porsi in movimento e registrare, con le parole, le immagini e le idee che vi risuonano.

1.
Il reticolo granulare del travertino.  
Lo sguardo si allontana dal basamento fatto di tre gradoni modanati ed erosi, su cui poggia lo stelo poderoso della colonna dorica, vertiginosa, su su lungo le scanalature, fino al capitello bombato, morbido. La colonna emerge senza sforzo dalla cortina muraria. 
L'occhio segue la sua rotondità, ed è contraddetto nel battito di secoli dallo spigolo verticale della lesena che l'affianca. In alto, un capitello diverso, composito, a foglie d'acanto. 
Contemporaneamente, scorrono i millenni. E, in una vertigine, l'angolo successivo apre uno scorcio sulla scenografia barocca della durata di pochi secondi: doppi ordini architettonici, colonne affusolate a coppia, frontoni spezzati, timpani, balconi. E figure umane, sensuali, che spiccano voli in vaporosi drappeggi. 
Un altro spigolo. Si scantona, e il tripudio all'improvviso collassa nel vuoto e nel tempo in fuga. 
Play backward.
Il reticolo granulare del travertino, eroso, consunto. La materia che muta e che resta, prima e dopo ogni catastrofe.  (Lorenzo Perrona) 

domenica 30 novembre 2014

Book launch: Glam City di Domenico Trischitta 4-11-2014



Ho conosciuto Mimmo Trischitta l'agosto scorso quando ho presentato il suo libro di racconti, 1999, agli Aperitivi d'Autore di Marzamemi.
Giovedì 4 dicembre alle 18 al Biblios Café di Siracusa ci rincontriamo, con Luca Raimondi, per presentare il nuovo libro di Trischitta, Glam City
Parleremo con l'autore di questo romanzo sorprendente e coinvolgente, che intreccia la storia di una città con la musica pop e con il sogno di una rivoluzione. 





venerdì 21 novembre 2014

Incontri. Domenico Trischitta, 4 dicembre, Biblios Café, Siracusa

Uno "scrittore rock" che trasfigura identità sessuali e città, che ci racconta la sua Catania e la nostra contemporaneità. 
Sarà un piacere incontrare @Domenico Trischitta il 4 dicembre al Biblios Café di Siracusa, per presentare, insieme con @Luca Raimondi, il suo ultimo romanzo, Glam City (Avagliano, 2014).

sabato 15 novembre 2014

Ricominciamo...

Venerdì 21 novembre riprendiamo gli incontri di Lingua, scrittura, cultura in Ortigia.

L'appuntamento è alle 16 davanti al Duomo, per nuove idee ed esperienze.

Una passeggiata nel cuore di Ortigia. Perché non scriverla con le tue parole? Da piazza Duomo, nel cuore di Ortigia, alla tua pagina o allo schermo del tuo pc.

Riapriremo la “palestra di scrittura” entrando specificamente nella costruzione della nostra scrittura. Sarà possibile esaminare in dettaglio gli scritti dei partecipanti agli incontri precedenti. Rifletteremo su “quali temi affrontare per esprimere la voce della nostra scrittura".

Vi aspetto per rinnovare l'atmosfera di scambio e confronto che abbiamo vissuto negli incontri di ottobre.

Cortesemente, datemi conferma della vostra partecipazione. Grazie

 

Un contributo: Connotare la Sicilia

Un articolo di Aldo Castello che riassume i diversi temi affrontati negli incontri di Lingua, scrittura, cultura a Montevergini e ne lancia uno nuovo: la Sicilia nel mondo globalizzato.


Il maschio siculo (latin lover, dongiovanni, dominatore, possessivo) il conquistatore ossessivo e rozzo, l’ “esuberanza predatoria”. È questa l’immagine simbolo che caratterizza la narrazione di Vitaliano Brancati?

La “sicilitudine” (sinonimo di apatia, fatalismo, disfattismo, disincanto, ma anche orgoglio, passione e ferocia) impietosamente descritta Sciascia, è il vero (o unico) sentiment con cui il mondo guarda e legge il siciliano e la Sicilia?

Quanta retorica, quanti luoghi comuni, quanto folclore hanno contribuito alla costruzione dell’idea di Sicilia e di siciliano all’esterno? Quanta verità c’è in essi? Quanto bene e quanto male hanno fatto gli stereotipi che certa letteratura e certa cinematografia hanno prodotto nella seconda metà del ‘900? Come è vista la Sicilia dall’esterno? Come sono considerati i siciliani? E tali costruzioni sono valide ancora oggi?

Da una lettura parziale ed esterna sembra che Brancati si sia limitato a presentarci un affresco del gallismo siciliano e dell’assillante affermazione dell’esuberanza del maschio siculo. I film (che più dei libri, hanno diffuso il presunto pensiero brancatiano) come Don Giovanni in Sicilia, Il bell’Antonio, Paolo il caldo, hanno contribuito a costruire una specificità della letteratura brancatiana molto probabilmente non veritiera o non completa. Quei film, infatti, (e certo pensiero critico da essi scaturito) si limitano a fornirci una parodia del maschio e una burlesca rappresentazione della società o a descriverci gli aspetti pruriginosi di certe vicende. Mentre ci negano spunti di lettura diversi e forse più interessanti: chi e come sono i personaggi di Brancati? Quali disagi e difficoltà di vivere aveva Giovanni Percolla? È possibile essere accettati nella “diversità” di Antonio Magnano? Quali tormenti interiori assillavano la vita di Paolo Castorini? Aspetti che ci descrivono le difficoltà esistenziali, i tormenti psicologici, i drammi sociali e familiari, la tragicità degli eventi e le scelte tragiche che solo un’attenta e onesta lettura dei testi ci può descrivere, restituendo allo scrittore pachinese la giusta dimensione letteraria.

La “Sicilia come metafora” (di un’idea ricorrente, di un modo di pensare e di essere, di un luogo comune) la “sicilitudine” (come insieme di elementi tipici e caratterizzanti) sono solo fantasiose invenzioni di Leonardo Sciascia (oltre che di Bufalino o Tomasi di Lampedusa)? O sono piuttosto allegorie, semplici sintesi o riduttivi esempi che vanno contestualizzate e destrutturate?
Cosa contraddistingue e rende diverso un siciliano da un piemontese o umbro? Esiste l’identità territoriale o geografica? Sono ancora attuali, oltre che validi, i retaggi culturali e i pregiudizi storici sul siciliano? Se diversità e caratteristiche esistono (o sono esistite), molto probabilmente esse sono riferite più evidentemente alle condizioni economiche (che hanno connotato l’isola sin dalla sua unità al Regno) e meglio definite in precisi momenti storici. La Sicilia degli anni ’20 o piuttosto degli anni ’40 è diversa dalla Sicilia degli anni ’70 nonché di quella del terzo millennio.

Gli elementi caratterizzanti di un’epoca si sono significativamente modificati se non addirittura annullati. La società industrializzata ha sostituito la società agricola. Le autostrade e i trasporti aerei hanno minimizzato gli aspetti insulari e periferici. L’istruzione si è ampiamente diffusa e sviluppata. La società digitalizzata e globale ha contaminato la società e omologato la cultura, le mode, le aspirazioni, persino la lingua (esiste ancora il dialetto?). Un ingegnere insulare è oggi abbastanza simile all’ingegnere ligure come l’informatico siciliano a quello londinese, e poco ormai differenzia la provenienza geografica se non invece quella economica e culturale. Le ragioni storiche, politiche e climatiche che hanno potuto caratterizzare quello che solo fino a pochi decenni fa era ancora un preciso microcosmo e differenziarlo dal resto dell’universo, hanno sempre meno ragione di esistere.

Uno scrittore, un regista, un autore di oggi che volesse descrivere e delineare la sicilitudine e la sicilianità (o cosa ne è rimasto) molto probabilmente si troverebbe a narrarci di caponata, granite di mandorla e cannoli di ricotta. Tutte caratteristiche, queste sì, che ancora connotano la Sicilia e forse mai si disperderanno.

Aldo Castello

"Palestra di scrittura" e verbovisualità


Uno dei momenti del ciclo Lingua, scrittura, cultura a Montevergini.
La perlustrazione della mostra Verbovisualità per mettere a fuoco il rapporto fra scrittura e immagine, e per chiarire il concetto di rappresentazione letteraria.

domenica 2 novembre 2014

Ecco il "Bell'Antonio"



Un recente articolo su "La Sicilia" dello scrittore catanese Domenico Trischitta (di cui la Feltrinelli di Catania lancia il 28 novembre il nuovo romanzo Glam City) apre nuove riflessioni sulla figura del "Bell'Antonio" brancatiano.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203150304574193&set=p.10203150304574193&type=1



mercoledì 29 ottobre 2014

Una nuova “palestra di scrittura”: Sicilia Contemporanea


Scrivere fa bene! 

Ma per scrivere bene, cioè per far risuonare efficacemente la propria voce, è importante ritagliarsi un luogo entro il quale le letture, le idee, la pratica della scrittura trovino delle fondamenta, dei punti di partenza. Un luogo reale e metaforico: Ortigia, la Sicilia. Luogo decentrato e privilegiato, per rileggere gli scrittori siciliani. Confrontandoci con loro, entriamo nel vivo della scrittura e delle idee, dei bisogni e delle contraddizioni del mondo di oggi.

Il corso Sicilia Contemporanea è questo luogo da cui intraprendere un percorso di conoscenza, di scoperta, di definizione: noi stessi in dialogo con il mondo contemporaneo. Un’occasione per immergersi nella lingua e nella cultura italiana.

Prendendo spunto da temi legati alla contemporaneità, di cui abbiamo discusso durante gli incontri di Lingua scrittura cultura a Montevergini, ci dedicheremo prevalentemente a una scrittura di tipo saggistico e giornalistico, ma senza escludere altre forme letterarie (l’autobiografia, il racconto, la poesia) funzionali alle necessità espressive dei corsisti. Soprattutto scriveremo interrogandoci sul senso della rappresentazione letteraria, e sulle rappresentazioni di identità e di alterità.

Insegnante del corso è Lorenzo Perrona, critico letterario e traduttore (ha pubblicato su “Nuovi Argomenti”, “Corriere del Ticino”, e con le case editrici Le Lettere, Jaca Book, Mursia, Rodopi, Monash University e-Press). Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Section d’Italien dell’Università di Losanna ed ha una vasta esperienza di insegnamento nelle scuole in Italia, Svizzera e Australia.


Sicilia Contemporanea 
incontri sulla scrittura in gruppi di 5-10 persone 
in Ortigia

per iscriversi basta una libera donazione
contattando lorenzoperrona@gmail.com; +39 3477343937 (ore pomeridiane).

domenica 26 ottobre 2014

Incontro conclusivo: La rappresentazione letteraria del Sud

Si conclude questo ciclo di Lingua, scrittura, cultura a Montevergini, in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Siracusa.

Parleremo di Rappresentazione letteraria del "Sud" per tirare le somme del percorso di questo mese di incontri.

I testi nati nella "palestra di scrittura" saranno scelti per essere pubblicati su questo blog.

lunedì 20 ottobre 2014

Prossimo appuntamento: Sicilia, letteratura, cinema

Continuano gli appuntamenti del giovedì alle 15,30 presso la Galleria di Montevergini, in Ortigia.

Giovedì 23 ottobre parleremo di "Sicilia, letteratura, cinema": il 1948, ancora Brancati, Luigi Zampa, Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Michelangelo Antonioni.

E visioneremo alcune clip video.



Palestra di scrittura fra opere d'arte

La mostra della Galleria di Montevergini "Tra parola e immagine. Verbovisualità" ci ha dato l'occasione di riflettere sulla complessità dei significati del linguaggio: scrivere, rappresentare attraverso la lingua, significa intervenire su questa complessità. 

In particolare gli artisti verbovisivi italiani degli ultimi quarant'anni hanno lavorato sul rapporto fra arte visiva e scrittura, fra l'operare artistico e la realtà, mettendo in gioco il tema che ci sta interessando: la rappresentazione dell'identità.

Nella "palestra di scrittura" abbiamo adottato l'opera di un artista e ne abbiamo scritto. 

domenica 12 ottobre 2014

Prossimo appuntamento: "Tra parola e immagine. Verbovisualità"


Giovedì 16 ottobre alle 15,30 a Montevergini, approfondiremo il tema della scrittura e della rappresentazione visitando la mostra “Tra parola e immagine. Verbovisualità”. Parteciperà il direttore della Galleria Civica di Montevergini, Tommaso Lillo.

Il tema “Storie di donne contro” sarà affrontato prossimamente.

L'immagine, tratta dalla mostra, è di Eugenio Miccini, Poetry gets into life (1976).

Lingua, scrittura, cultura: il secondo incontro

Il gruppo di “Lingua, scrittura e cultura” si è riunito per il secondo appuntamento giovedì 9 ottobre alla Galleria Civica di Montevergini alle 15,30, trasferendosi come al solito alla Biblioteca per la “palestra di scrittura”.

Abbiamo proseguito la nostra indagine sulla rappresentazione letteraria del Sud, e abbiamo parlato dell’idea di “sicilitudine” formulata da Leonardo Sciascia. Abbiamo cercato di capirne le ragioni ma abbiamo soprattutto portato elementi per criticarla e decostruirla.

Nella “palestra di scrittura” abbiamo iniziato ad illustrare dall’interno l’unicità siciliana, nella sua persistenza e soprattutto nel suo adattarsi di fronte ai veloci cambiamenti della contemporaneità.

giovedì 2 ottobre 2014

Lingua, scrittura, cultura a Montevergini: il primo incontro

Con la conversazione sul maschile e la sessualità in Vitaliano Brancati, sono iniziati oggi gli appuntamenti del giovedì alle 15,30 alla Galleria Civica di Montevergini, Siracusa. 

Il tempo sciroccoso e l'aria di burrasca non hanno impedito la passeggiata attraverso Ortigia per raggiungere la Biblioteca Civica, con la sosta alla Libreria Mascali.

Nella "palestra di scrittura", la voglia di rileggere Brancati, di narrare una storia, di indagare come sono percepite le persone del Sud hanno iniziato a prendere corpo sotto forma di un post sui social network, di un racconto, di un breve saggio.

lunedì 29 settembre 2014

Lingua, scrittura, cultura a Montevergini (ottobre)


associazione lacunae

Biblioteca Civica 
Galleria Civica di Montevergini


programma

Galleria Civica di Montevergini, ore 15,30

giovedì 2 ottobre 2014
Latin lover: il maschile e la sessualità secondo Brancati.

giovedì 9 ottobre 2014
Sciascia e la mafia: l’impegno civile e i romanzi della paura.

giovedì 16 ottobre 2014
Storie di donne contro.

giovedì 23 ottobre 2014
Sicilia, letteratura e cinema.

giovedì 30 ottobre 2014
La rappresentazione letteraria del “Sud”.


La lettura e la scrittura hanno un nuovo punto di riferimento a Siracusa, un appuntamento per chi risiede e per chi visita Ortigia, una “palestra di scrittura” sulle cose, le idee, le esperienze, i sentimenti della contemporaneità siciliana. Dentro la scrittura e dentro una città. 

Il primo appuntamento è per giovedì 2 ottobre alle 15,30 alla Galleria di arte contemporanea di Montevergini, nel parlatorio della vecchio monastero di clausura, un luogo nello stesso tempo antico e contemporaneo, dove Lorenzo Perrona introdurrà il primo argomento che fa interagire la letteratura e la contemporaneità: la questione del maschile e della sessualità in Brancati (“Latin lover: il maschile e la sessualità secondo Brancati”). Un’occasione anche per ricordare il 60° anniversario della morte dello scrittore. 

Alle 16,30, si attraversa il quartiere di Ortigia, si visita una libreria e si fa un coffee break in un bar pasticceria, approfittando del percorso per discutere e raccogliere ulteriori spunti di riflessione. Si raggiunge la Biblioteca civica dove, a partire dalle 17 e fino alle 18,30, si svolge la “palestra di scrittura” guidata da Lorenzo Perrona. Un momento di coinvolgimento in prima persona. Si comincia ad affrontare il procedimento della scrittura, che richiede chiarezza di idee, strategia comunicativa, sensibilità artistica. Un lavoro affascinante che, nell’incontro fra persone diverse, può dare grandi e piccole soddisfazioni. Un’esperienza accessibile anche ai visitatori stranieri che abbiano già una competenza di lingua italiana (almeno A2).

Lorenzo Perrona mette a disposizione la sua esperienza di insegnamento, di ricerca e di scrittura. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Section d’Italien dell’Università di Losanna; è critico letterario e traduttore (ha pubblicato su “Nuovi Argomenti”, “Corriere del Ticino”, e con le case editrici Le Lettere, Jaca Book, Mursia, Rodopi, Monash University e-Press); soprattutto ha imparato, lavorando nelle scuole in Italia, Svizzera e Australia, che insegnare con successo significa instaurare con gli altri una relazione piacevole e rilassante di condivisione e di scoperta di se stessi. 


Per informazioni:
- Biblioteca Civica     0931 445689, 0931 68101
- lorenzoperrona@gmail.com, 3477343937 (ore pomeridiane)

martedì 2 settembre 2014

lunedì 1 settembre 2014

Considerazioni sui racconti di Domenico Trischitta


1999 (Il Garufi, 2013) è il secondo libro di narrativa di Domenico Trischitta (il primo fu il romanzo Una raggiante Catania che vinse nel 2008 il Premio Nino Martoglio). Formalmente si tratta di una raccolta di racconti. In realtà storie-frammenti depistano e poi guidano il lettore in una struttura letteraria riccamente congegnata, con sorprendenti rimandi interni, indizi, riferimenti letterari e cambi di prospettiva, tanto da dare l’impressione che questi racconti siano un romanzo esploso in frammenti, che le storie-frammento abbiano una loro entropia che tende a formare un affresco, il romanzo di un io narrante e di una città, Catania.
Storie minime di vita concreta, brevissime, che ruotano intorno a una situazione o a pochi gesti; raccontate con oggettività, senza elegia, ma con una passione sempre sottesa e un senso costante del dramma, se non del tragico. (Trischitta è anche scrittore di teatro e in queste pagine circola un tema presente nei suoi testi teatrali più noti, Bellini a Puteaux, sulle ultime ore del musicista solo e malato, e Sabbie mobili, sull’attrice catanese Daniela Rocca, protagonista di Divorzio all’italiana di Pietro Germi e poi anch’essa perduta nella malattia e nella solitudine: dove il tema è l’ossessione del successo e la fragilità dell’artista).
Storie minime e quotidiane che rompono la quotidianità fittizia per aprire squarci di verità, innanzi tutto grazie al titolo, “1999”, detonatore che fa scattare la memoria e il bilancio di una vita. Una data-confine, punto infinitesimale di passaggio e cambiamento; punto di osservazione esistenziale da cui origina la narrazione. Ma ancor più salta la quotidianità fittizia grazie alla dislocazione nella marginalità del soggetto del racconto (il tedesco, la danese, ma anche l’io narrante, continuamente affermato e smentito dal passaggio dalla prima alla terza persona, sono figure che l’esistenza spinge ai margini della città). Un’operazione di scrittura molto interessante perché attraverso di essa le cose importanti, “pesanti”, diventano oggetto di narrazione, mentre le cose “insignificanti” decadono: “L’ideale sarebbe quello di essere dotati di una memoria letteraria, che riuscisse a purgare i ricordi pesanti da quelli insignificanti, così i traumi e gli episodi rimossi della nostra vita ci apparirebbero d’improvviso nuovi e carichi di vitalità, insomma degni di essere raccontati” (p. 98).
Raccontare da un’ottica di marginalità serve a guardare in faccia l’alienazione delle esistenze, l’espropriazione dei destini, l’impossibilità della pienezza. Serve a vivere e raccontare un “male oscuro”. La lucidità e la consapevolezza sono l’estrema possibilità di farlo senza mentire o auto-ingannarsi.
Il libro di Trischitta ci immerge quindi nella dimensione della contemporaneità, ce la fa palpare (non dico gustare perché purtroppo questo mondo a volte disgusta), ce la esprime - e questa espressione è già gesto vitale e reattivo. I processi storico-politici che influiscono sulle nostre esistenze, in questo libro, che pure fa riferimento al passaggio fra due millenni, programmaticamente non entra. La scrittura del libro è un esercizio, salvifico, per tenere a bada il dolore. Non c’è nessuna Gerusalemme, celeste o mondana che sia. Più che una via di uscita, allora, il libro indica gesti di resistenza e di vita: il sollievo per la guarigione di un figlio, la solidarietà fra marginali, il ritorno a casa. Non certo soluzioni rappacificanti, piuttosto un’accettazione provvisoria e consapevole della realtà che ci tocca da vicino.

mercoledì 27 agosto 2014

Incontri


Oggi, giovedì 28 agosto, alle 19, a Marzamemi, chiosco La Muciara, presento insieme all'autore il libro di Domenico Trischitta 1999 (Il Garufi Edizioni, 2013) nell'ambito di "Aperitivo con l'Autore".

mercoledì 20 agosto 2014

Un'intervista a Beatrice Monroy



"Corriere del Ticino" 8-8-2014
https://docs.google.com/file/d/0B7Uog5OWVnXmX2lHZ0NieW1Pdkk/edit

Raccontare i “vinti” contro la cultura dominante

Con Oltre il vasto oceano. Memoria parziale di Bambina (Avagliano, 2013) Beatrice Monroy ha vinto il premio Kaos 2014 ed è stata candidata al premio Strega 2014. Palermitana, ha vissuto a Napoli, Pisa, Roma, in Francia, negli Stati Uniti. A Palermo nel 2006 ha ideato “La notte dei mille racconti”. Conduce laboratori di scrittura e di narrazione, insegna drammaturgia alla Scuola del Teatro Stabile di Palermo diretta da Emma Dante. Gli altri suoi libri sono: Tutti in scena. Manuale di drammaturgia (La Meridiana 2010), Elegia delle donne morte (Navarra 2011, racconti letti a RadioTre dal 7 all’11 marzo 2014), Niente ci fu (La Meridiana 2012), Ragazzo di razza incerta (La Meridiana 2013), il romanzo collettivo Il libro delle vergini imprudenti (Navarra 2014).


Beatrice Monroy, il tuo lavoro di scrittrice non si svolge esclusivamente sulla pagina scritta, anche a teatro, nei corsi, nei laboratori, negli incontri che fai in tutta Italia e dove sei accolta da persone che ti seguono e che tu segui, quasi piccoli cenacoli che coltivano relazioni speciali. E lavori sulla narrazione. La centralità del narrare è proprio una delle qualità della tua scrittura. In un tuo libro del 2012, Niente ci fu (La Meridiana), la voce narrante è un coro emozionato che dà testimonianza di un fatto, di un problema irrisolvibile: “Di Franca Viola e delle altre noi narriamo”. Insomma, come vedi il rapporto fra scrittura e voce, fra il segno e il corpo?

- La voce nasce nel corpo, diventa vibrazione e intenzione, così diventa parola. Poi le parole si connettono tra loro, la sintassi!, e nasce il discorso. Lì, dunque, in questi spazi di noi che dal corpo passano alla mano che scrive, alla mente attraverso l’energia, si raccontano le storie. Questo per dire che non esiste voce e parola senza corpo.

Nel caso di Franca Viola, però, la sua voce è assente. Quel suo primo “no” al matrimonio riparatore, nel 1965, arriva a pronunciarlo perché quelli che intorno a lei hanno il potere (il padre e il capoclan) hanno interesse che lei lo dica.

- Sì, tutto il libro è un’indagine sul silenzio e su parole dette da altri che non sono, forse, le sue. Era questo a interessarmi in modo particolare, il “niente ci fu”, il considerare niente e quindi privo di narrazione quello che invece è fondamentale in quella storia, la violenza subita dalla ragazza.

Ancora su Niente ci fu. Mi ha colpito, fra i materiali che accludi, il glossarietto con la voce “Colonizzato” e la citazione della scrittrice e attivista americana bell hooks sul “riprendere possesso di noi stessi” e sulle donne “abusate nello sguardo”. Un riferimento culturale forte a concetti come gender, race and class che in Italia sono accuratamente ignorati non solo dai media ma anche dal dibattito culturale. Dunque bisogna parlarne. Secondo te, come si può riprendere possesso di se stessi, e che cos’è l’abuso dello sguardo?

 - Io mi rifaccio al pensiero di quel tipo di femminismo che bell hooks rappresenta. Non è vero che sia assente in Italia, piuttosto direi che è celato come tante altre cose da una cultura dominante che ci sta atterrando, molto sottile e sotterranea e piaciona, difficile da percepire e che ci fa sempre cadere in trappola. L’abuso dello sguardo è quello che succede sempre, non potere definire il proprio corpo se non attraverso modelli che si dicono normali e che invece non sono altro che la norma dei vincitori. Per riprendere possesso di se stessi... lunga è la strada...

Quindi il tuo narrare è un rendere testimonianza di un pensiero diverso dal pensiero dominante. Da qui l’importanza di raccontare la storia di Mariano Scalisi, il poeta figlio di emigrati siciliani in Tunisia morto sconosciuto nel manicomio di Palermo (Ragazzo di razza incerta, La Meridiana, 2013). Una storia che denuncia il modo in cui la società italiana percepisce il migrante. Su questo cosa pensi che si dovrebbe fare e non si fa, sui media, a scuola, nelle università?

- Sì, esatto, per me scrivere è questo. Cosa fare: io non lo so, non è il mio mestiere, posso dire che almeno bisognerebbe insegnare la verità... e narrare le storie che hanno fatto la Storia, le storie piccole che piccole non sono.

Il narrare storie è anche il tema del tuo ultimo libro, Oltre il vasto oceano. Memoria parziale di Bambina (Avagliano, 2013): un libro di grande respiro, insieme romanzo storico e autobiografia fatta di storie ascoltate, vissute, e tramandate, con episodi coinvolgenti e di straordinaria intensità. Leggendolo, si è portati a chiedersi quale sia il senso delle storie individuali, quale filosofia della storia ci sia sotto: la condizione storica tende a negare ogni umanità e libertà, in un ripetersi ostinato di incapacità e di violenze.

- Sì, in fondo, come tutti mi dicono, è un romanzo un po’ triste, ma questa mi sembra la nostra situazione, anche se io scrivendolo mi sono divertita molto e mi sono sentita meglio. Credo che dobbiamo renderci conto che molti di noi, io sicuramente, siamo dei vinti come pensiero e azioni. Riconoscerlo però non è sconfortante, è un modo per andare avanti e riprendere il cammino.

Bambina, che è pienamente protagonista e voce narrante, raccoglitrice e creatrice di storie, ce la fa a salvaguardare la propria integrità: per esempio nell’episodio del terremoto, è lei il soggetto che osserva, vive e interpreta tutto ciò che accade. Invece, l’antenata giovinetta tisica, raccontata da altri, altro non può fare che proiettarsi nella morte, scegliendo di essere una delle mummie delle catacombe dei Cappuccini di Palermo.

- Sì, è così. Bambina però ha il passato, e ci lavora sopra, dunque non è più vittima, ma agisce come soggetto cosciente nella società e nella storia. La ragazza delle catacombe fa tutto quello che le dicono di fare... Ci ho tenuto particolarmente a narrare una genealogia femminile, proprio per fare vedere i passaggi di consapevolezza.

Le vicissitudini di famiglie aristocratiche e della loro progenie sono state spesso raccontate da scrittori siciliani, a partire dai Viceré di De Roberto a Tomasi di Lampedusa, al Brancati di Paolo il Caldo. Come ti sei posta nei confronti di questi o di altri scrittori?

- Loro sono i maestri, ma sono tutti maschi. Io sono una donna, aristocratica ma donna, e donna che ha vissuto gli anni ‘70: altri pensieri, altro modo di guardare l’Isola.

Possiamo dire che la Sicilia, centro delle tue storie, debba essere in qualche modo decodificata? Nel senso che la Sicilia è lo specchio dell’Italia, ed è “usata” come specchio dell’Italia. Nella rappresentazione della Sicilia che conosciamo, gli italiani scaricano sulla Sicilia tutti i mali pan-italiani. La politica parassitaria, il degrado, le distruzioni, la paura sono dati di fatto che si ripetono. Ma bisogna affermare che non dipendono in modo essenzialistico dalla “sicilianità”, e quindi non sono inevitabili. Te lo chiedo perché mi pare che invece l’idea di sicilitudine, di “Sicilia come metafora”, che Sciascia elaborò verso la fine della sua vita, sia un’idea monolitica e sbagliata perché non dà alternative, mentre nella tua visione ci sono necessità e motivazioni per il cambiamento.

- È una lunga storia. Adoro Sciascia e il suo pensiero, un grande maestro, un punto di riferimento. Credo che su questo tema bisogna fare i conti con il pensiero meridiano, unire Sciascia a Camus, ricordare cosa significa vivere in una terra che viene sempre raccontata dagli altri e soprattutto cominciare a narrarla dal nostro piccolo punto di vista. Allora tutto crolla e si rinnova. Allora si smette di essere colonizzato nella testa e nessuno si permetterà più di definirti in modo banale e univoco.

Anche perché la Sicilia non è una, ce ne sono tante. La Sicilia punica, la Sicilia greca, araba...; la Sicilia degli altri italiani e degli stranieri che vi si sono stabiliti, la Sicilia dei siciliani che vivono altrove e che ci ritornano. Oggi ci siamo incontrati a Siracusa, a Ortigia dove tutto questo è particolarmente evidente. Da qui potremmo ripartire?

- Sì, appunto, niente definizioni ma esseri umani che si muovono su un preciso territorio geografico. Facile no?

martedì 22 luglio 2014

Il vento di Pachino, venerdì e sabato

Mentre il Festival del Cinema di Frontiera ripropone film legati in vario modo al nome di Brancati - su ciascuno dei quali sarebbe ora di fare diverse precisazioni - noi cominciamo a rileggere e riscoprire il vero Vitaliano Brancati con i suoi racconti Il nonno e Singolare avventura di Francesco Maria.

Dalle 19, un'ora e un quarto circa di reading con musiche originali di Carlotta Ferrari.

Vino, pane e olio, limonata. Offerta libera.

La location  è all'aperto fra i mandorli, portate un cuscino!
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c.da vaddeddi, noto sr
(200 m dopo il parcheggio della villa romana del tellaro)

lettura-aperitivo
venerdì 25 e sabato 26 luglio, ore 19 

IL VENTO DI PACHINO 
due racconti di vitaliano brancati


adattamento dei testi e loro lettura
lorenzo perrona

musiche originali
carlotta ferrari

associazione lacunae

"al tellaro azienda agricola e centro culturale"

mercoledì 16 luglio 2014

martedì 15 luglio 2014

Il vento di Pachino, lettura-aperitivo


c.da vaddeddi, noto sr
(200 m dopo il parcheggio della villa romana del tellaro)

lettura-aperitivo
venerdì 25 e sabato 26 luglio, ore 19 

IL VENTO DI PACHINO 
due racconti di vitaliano brancati


adattamento dei testi e loro lettura
lorenzo perrona

musiche originali
carlotta ferrari

associazione lacunae


"al tellaro azienda agricola e centro culturale"

mercoledì 4 giugno 2014

lancio a Montevergini, Siracusa

sabato 7 giugno, ore 18
galleria montevergini 
siracusa

lorenzo perrona
la rappresentazione letteraria del “Sud”

lancio del progetto lingua scrittura cultura a montevergini
in collaborazione con associazione Lacunae

Un progetto di interventi sulla scrittura e sulle idee. 
Una “palestra di scrittura” per affilare le nostre idee e le nostre parole. 
Chiarezza ed espressività, le nostre armi contro il chiacchiericcio mediatico. 
Contro il conformismo: la controtendenza. 
Contro le etichette letterarie: l’originalità di una visione del mondo.

martedì 27 maggio 2014

SiciliaContemporanea for everyone!

Visiting Ortigia, and taking part in SiciliaContemporanea workshop, is an opportunity to improve your Italian, use writing skills, and bring thoughts, ideas and impressions into being. Do you have that urge to write about your experience as you delve into a new place? A photographer would just get out his camera, right? Sleepy Ortigia, is beautiful, abandoned and overrun with tourists, but there are hideaways, cool spots in which to take refuge. You will be guided into reflecting on the select themes and writers and your impressions of the place.
So why forego discovering Sicily through a cultural engaging experience. Lorenzo Perrona was born in Genova, and holds a PhD from the University of Lausanne in Contemporary Italian literature. He lives in the countryside near the Vendicari wetlands, south of Siracusa.
 
Workshops are in Italian, but any writing in English will be overviewed by a native English speaker.
 
 
See you there!

lunedì 19 maggio 2014

Sciascia: l'impegno civile e la paura

SiciliaContemporanea

lingua, scrittura, cultura


Biblios Café, Siracusa
via del Consiglio Reginale 11
ore 9-13, 14-17
€ 70

info e prenotazioni
3477343937
(ore pomeridiane)

domenica 18 maggio 2014

venerdì 9 maggio 2014

Poster

SiciliaContemporanea

corsi di lingua, scrittura e cultura

un’esperienza dentro la scrittura e dentro Ortigia




9, 10, 11 maggio 2014
Latin lover: il maschile e la sessualità secondo Brancati.

16, 17, 18 maggio 2014
La rappresentazione letteraria del “Sud”.

23, 24, 25 maggio 2014 
Sciascia e la mafia: l’impegno civile e i romanzi della paura.

30, 31 maggio, 1 giugno 2014
Sicilia, letteratura e cinema.

6, 7, 8 giugno 2014 
Storie di donne contro.


140 € PROMOZIONE 70 €

L’iscrizione a un corso include:
- corso di 12 ore: venerdì ore 16-18; sabato e domenica, ore 9-12 e 14-16
- rinfresco di benvenuto
- visita a una storica libreria di Ortigia
- visita alla Biblioteca Alagoniana

contatti 
3477343937 ore pomeridiane
lorenzoperrona@gmail.com
siciliacontemporanea.blogspot.it

Comunicato stampa

SiciliaContemporanea: 
i nuovi corsi di “lingua scrittura cultura” a Siracusa

Turismo culturale a Siracusa e, in particolare, a Ortigia. Una nuova e interessante proposta sono i corsi SiciliaContemporanea: lingua scrittura cultura di Lorenzo Perrona, organizzati dall’Associazione Lacunae. Sono corsi intensivi di 12 ore che ogni venerdì, sabato e domenica propongono un diverso tema di letteratura contemporanea con un taglio originale - per esempio il maschile e la sessualità in Brancati, i romanzi di Sciascia e la paura, la rappresentazione letteraria del Meridione, Sicilia letteratura e cinema ecc. Occasioni di lettura, di riflessione sulla lingua e di rielaborazione personale attraverso la scrittura. Non si tratta quindi di un laboratorio di scrittura creativa, ma di una “palestra di scrittura” sulle cose, le idee, le esperienze, i sentimenti. 

Si scopre come la Sicilia sia protagonista della cultura contemporanea. Leggendo scrittori come Verga, Pirandello, Brancati, Sciascia, Bufalino, Consolo, Dacia Maraini, Beatrice Monroy si entra nel vivo della scrittura e delle idee del ‘900 e oltre. Ci si confronta con le idee e gli scrittori per capire meglio il nostro mondo contemporaneo. 

Il coinvolgimento personale e la dimensione esperienziale sono fondamentali. I corsi di Sicilia Contemporanea si svolgono in Ortigia non solo in un’aula, ma anche nei percorsi che in pochi minuti a piedi conducono da una libreria a una biblioteca, da un monumento di arte e di storia a un locale dove sedere per un caffè o un bicchiere di vino. Partecipare ai corsi di Sicilia Contemporanea significa essere guidati in un’esperienza dentro la lingua e la scrittura e dentro una città. Un’esperienza accessibile anche ai visitatori stranieri che abbiano già una competenza di lingua italiana (almeno A2). I corsisti stranieri si immergono nella lingua e nella cultura italiana; i corsisti madrelingua e di livello avanzato prendono attivamente parte alla “palestra di scrittura”. 

Lorenzo Perrona, che ha ideato i corsi, mette a disposizione la sua esperienza di insegnamento, di ricerca e di scrittura. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Section d’Italien dell’Università di Losanna; è critico letterario e traduttore (ha pubblicato su “Nuovi Argomenti”, “Corriere del Ticino”, e con le case editrici Le Lettere, Jaca Book, Mursia, Rodopi, Monash University e-Press); soprattutto ha imparato, lavorando nelle scuole in Italia, Svizzera e Australia, che insegnare con successo significa instaurare con gli altri una relazione piacevole e rilassante di condivisione e di scoperta di se stessi. 

I corsi di Sicilia Contemporanea mettono quindi al centro il libro, la lettura e la scrittura, in modo attivo e partecipato. Rappresentano una novità di rilievo nel panorama siracusano, accanto alle rappresentazioni classiche dell’INDA, all’Ortigia Film Festival, all’Ares Festival, al Museo Archeologico "Paolo Orsi" e al Parco archeologico di Siracusa. 


CALENDARIO DEI CORSI

Latin lover: il maschile e la sessualità secondo Brancati.
venerdì 9 maggio, ore 16-18; sabato 10 e domenica 11 maggio, ore 9-12 e 14-16

La rappresentazione letteraria del “Sud”.
venerdì 16 maggio, ore 16-18; sabato 17 e domenica 18 maggio, ore 9-12 e 14-16

Sciascia e la mafia: l’impegno civile e i romanzi della paura.
venerdì 23 maggio, ore 16-18; sabato 24 e domenica 25 maggio 2014, ore 9-12 e 14-16

Sicilia, letteratura e cinema.
venerdì 30 maggio, ore 16-18; sabato 31 maggio e domenica 1 giugno 2014, ore 9-12 e 14-16

Storie di donne contro.
venerdì 6 giugno, ore 16-18; sabato 7 e domenica 8 giugno 2014, ore 9-12 e 14-16


€ 140      PROMOZIONE € 70
- corso
- rinfresco di benvenuto
- visita a una libreria storica di Ortigia

contatti
www.siciliacontemporanea.blogspot.it
lorenzoperrona@gmail.com
+39 3477343937 (ore pomeridiane)

mercoledì 7 maggio 2014

ULTIMI GIORNI: Latin lover: il maschile e la sessualità secondo Brancati.

Sicilia Contemporanea


Latin lover: il maschile e la sessualità secondo Brancati.
venerdì 9 maggio, ore 16-18; sabato 10 e domenica 11 maggio, ore 9-12 e 14-16

quota di iscrizione 140 €       PROMOZIONE 70 €  contattando 3477343937
- corso (12 ore)
- rinfresco di benvenuto (venerdì sera)
- visita a una libreria storica di Ortigia (sabato pomeriggio)
- visita alla Biblioteca Alagoniana

Un corso intensivo, una “palestra” per scrivere di cose, idee, esperienze, sentimenti.

Partiamo da Vitaliano Brancati, e ci predisponiamo a interrogare il mondo contemporaneo da un punto di vista esclusivo, la nostra scrittura.

Cominceremo col chiederci che cosa vuol dire "rappresentare" e che cosa sono gli stereotipi. Sarà preziosa l'esperienza di ognuno, se questa vivifica la scrittura. 


Sperimentiamo poi le forme di scrittura (l'autobiografia, il saggio, il racconto, l'articolo...). Tutto questo nella concretezza e unicità del luogo in cui ci troviamo, Ortigia. Un’esperienza dentro la lingua e la scrittura e dentro una città. 


Per iscriversi, usufruendo della promozione (70 €), basta scegliere la data sul calendario a destra e cliccare il pulsante arancione di Eventbrite (pagamento tramite PayPal); oppure contattare direttamente lorenzoperrona@gmail.com; +39 3477343937 (ore pomeridiane).

martedì 6 maggio 2014

incontri

Ieri sera incontro con Jean-Paul Manganaro per la presentazione del suo libro su Fellini.
A seguire, scambio di idee con Antonio Casciaro, Giovanni Di Maria, Salvo Gennuso.

domenica 4 maggio 2014

Domande frequenti (FAQ)

Sicilia Contemporanea


Dove si svolgono i corsi?
I corsi si svolgono a Ortigia, il centro storico di Siracusa dove ci si sposta comodamente a piedi. La sede può variare da un corso all'altro, l'indirizzo verrà comunicato direttamente ai corsisti.

Come faccio a iscrivermi?

Per iscriversi ed effettuare il pagamento tramite PayPal basta scegliere una data sul calendario a destra e cliccare il pulsante arancione di Eventbrite; oppure contattare direttamente lorenzoperrona@gmail.com; +39 3477343937 (ore pomeridiane)

Che cosa comprende la quota di iscrizione?
La quota di iscrizione comprende:  
- corso (12 ore): venerdì ore 16-18; sabato e domenica, ore 9-12 e 14-16
- rinfresco di benvenuto (venerdì sera)
- visita a una libreria storica di Ortigia (sabato pomeriggio)
- visita alla Biblioteca Alagoniana

Organizzate anche il soggiorno?
No, ogni corsista deve provvedere al soggiorno autonomamente.

I corsi sono organizzati tutto l'anno?
Per il momento solo nel periodo primaverile-estivo-autunnale con appuntamenti in tutti i week-end. Il calendario dettagliato è disponibile qui.

Chi può iscriversi?
Possono iscriversi adulti e giovani che, nel caso di stranieri, abbiano una conoscenza della lingua italiana di livello A2-B1. I corsi saranno calibrati sulle effettive competenze di ciascun gruppo.