domenica 30 aprile 2017

Qualche parola sul mio libro: L'altro sé, 2

Il mio libro, L'altro sé. Opposizioni letterarie dal Sud. Silone Levi Brancati Pasolini Sciascia (Algra Editore, Catania 2017), parla della scrittura e della lettura, e del significato che può avere oggi leggere e scrivere.

Non ne parla in astratto, ma nel concreto del lavoro di alcuni scrittori italiani del secolo scorso, perché per capire cosa siamo oggi bisogna capire cosa è successo ieri.

E nel mondo di ieri sono successe tante cose, molto complesse, da analizzare e interpretare – a questo servono le diverse discipline (scienze economia storia ecc.).

Ma la letteratura e la critica della letteratura servono? Se sì, a che cosa?

Partendo da questa domanda volutamente ingenua, cominciamo a renderci conto che forse troppo poco consideriamo oggi i motivi (che ci sono e sono importanti) per cui leggiamo una storia (o la scriviamo). Troppe cose sono date per scontate, sono acquisite e non ridiscusse, sono inquadrate in schemi che preferiamo non considerare.

Facciamo un esempio: i lettori appassionati (che ci sono anche in Italia, pur se in percentuale minore rispetto ad altri Paesi europei) che cosa apprezzano di un libro? Che cosa significa per loro “leggere”? Come si trasforma il significato di un libro attraverso le loro letture? Domande importanti, su cui sarà bello discutere negli incontri di presentazione del libro dei prossimi mesi con chi vorrà parteciparvi.

Propongo la mia valutazione: sento spesso, fra i lettori e anche fra gli addetti ai lavori, che l'apprezzamento di un libro si basa su criteri come “Cultura” e “Bellezza”, e provo grande insoddisfazione. Perché è troppo semplice, e perché c'è in ballo tanto di più. C'è la “realtà rappresentata”, come ha scritto Auerbach nel suo fondamentale Mimesis. I modi in cui ci rappresentiamo il mondo. La letteratura è fatta di modi di rappresentarsi il mondo. E la critica letteraria deve proporre gli strumenti per leggere questi modi di rappresentazione.

Il mio libro propone quindi una critica della rappresentazione letteraria come momento conoscitivo del nostro mondo.

La letteratura non è un “abbellimento”, la letteratura è conoscenza.


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